L'importo supera quello prelevato nell'intero 2019, pari a 44,5 miliardi di R$. Anche la velocità di prelievo è record e supera la media giornaliera del 2008.
Al 4 marzo, gli stranieri hanno ritirato dalla Borsa valori 44,8 miliardi di R$ nel 2020. Questa cifra supera quella prelevata nell'intero anno 2019, pari a 44,5 miliardi di R$, senza contare le offerte di azioni (IPO e azioni successive).
Il deflusso supera anche quello di B3, che rappresenta la più grande serie storica dal 2008. In valori al netto dell'inflazione, nell'anno della crisi finanziaria sono stati prelevati 44,6 miliardi di R$. Anche la velocità del deflusso è record, circa 1,05 miliardi di R$ per sessione di negoziazione.

Considerando le offerte pubbliche iniziali (IPO) e le successive offerte pubbliche (follow-on), il saldo estero è negativo per 33,4 miliardi di R$ quest'anno. Considerando queste operazioni, nel 2019 il deflusso è stato di 4,7 miliardi di R$.
Coronavirus e l'impatto sull'economia
Le ragioni che spingono gli stranieri a ritirare denaro dal Brasile e da altri mercati emergenti sono principalmente dovute ai forti timori degli investitori riguardo all'impatto economico del coronavirus. A ciò si aggiungono il rallentamento dell'economia globale e il ritardo nell'avanzamento delle riforme amministrative e fiscali.
Il deflusso contribuisce a un tasso di cambio del dollaro più elevato. Giovedì (5), la valuta americana ha raggiunto il suo nuovo record nominale, raggiungendo R$ a 4,653. Venerdì (6), il tasso di cambio è sceso di 0,5%, a R$ a 4,63 intorno alle 13:10. La Borsa registra la sua seconda sessione di negoziazione consecutiva di forte calo, con un calo di 3,8%, a 98.357 punti, il livello più basso dal 28 agosto 2019.
Il rischio paese del Brasile, misurato dai CDS (Credit Default Swap) a cinque anni, un tipo di contratto che funge da termometro della fiducia degli investitori nelle economie, è aumentato di 10%, raggiungendo i 142 punti. Si tratta del livello più alto da ottobre 2019, prima dell'approvazione della riforma pensionistica al Senato.
Giovedì scorso (5), il CDS brasiliano è salito di 14,4%. Si è trattato del maggiore incremento percentuale giornaliero dal cosiddetto Joesley Day, il 18 maggio 2017. Quel giorno, è stata resa pubblica l'informazione che Joesley Batista aveva registrato una conversazione con l'allora presidente Michel Temer (MDB). In quell'occasione, il rischio paese è salito di 29%, raggiungendo i 265 punti.
L'indicazione di un rialzo del CDS è che gli investitori temono per il futuro finanziario del Paese; se invece scende, il messaggio è opposto: segnala che c'è stata una maggiore fiducia nella capacità del Paese di ripagare i propri debiti.
